In tutte le attività di ricerca, diagnosi, trattamento, prevenzione e cura delle malattie negli uomini e negli animali vengono prodotte diverse tipologie di rifiuti sanitari. Questi, si suddividono in: pericolosi infettivi, pericolosi non infettivi, assimilati, ecc. (vedi elenco rifiuti sanitari DPR 254/03)e necessitano per legge di una organizzazione specifica che caratterizza l’intera gestione. Ciò avviene sia nelle piccole strutture come studi odontoiatrici, centri e studi medici di medicina generale e specialistica, ambulatori di riabilitazione, laboratori di analisi, ambulatori veterinari, centri estetici, tatuatori, ecc..., sia nelle grandi strutture come Aziende Sanitarie Locali, Case di cura ed Istituti privati.
Nella fase di attuazione delle direttive CEE sui rifiuti pericolosi e non e sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, il decreto Legislativo n.152/06 e il DPR n. 254 /03, stabiliscono le modalità di gestione dei rifiuti sanitari:
al produttore viene concessa la facoltà di tenere in deposito temporaneo, nel rispetto della salute pubblica, i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo per una durata massima di cinque giorni dalla chiusura del contenitore; per quantitativi non superiori a 200 litri detta durata può raggiungere i trenta giorni.
In questa fase della gestione ed in quella successiva relativa alla raccolta e trasporto i rifiuti devono essere confezionati in contenitori etichettati ed omologati secondo la normativa A.D.R. per le sostanze pericolose.
I contenitori possono essere:
di tipo monouso in cartone rigido con sacco interno in plastica di adeguata resistenza oppure in plastica inceneribile, PEHD, PP;
di tipo recuperabile in plastica o altro materiale resistente al trattamento di sanificazione con sacco interno di adeguata resistenza.
In entrambi i casi devono essere chiusi in modo da evitare spargimenti accidentali. Per i contenitori recuperabili, dopo ogni ciclo d’uso, è d’obbligo il trattamento di sanificazione. In fase di confezionamento il rifiuto di origine sanitaria a rischio infettivo, deve essere sottoposto ad apposita disinfezione e/o sterilizzazione. Tutto quello che rappresenta materiale tagliente invece deve essere confezionato in maniera differenziata usando appositi contenitori resistenti al taglio in plastica comunemente chiamati “porta aghi” o agobox.
Lo smaltimento finale deve avvenire tramite termodistruzione presso impianti di incenerimento autorizzati.
In base a quanto stabilito nelle fasi precedenti, in funzione del tipo e del numero degli automezzi necessari viene programmata la fase finale di tutta la gestione: la raccolta e il trasporto.
La S.E.A., dispone di un parco mezzi appositamente predisposto ed autorizzato, di personale qualificato, aggiornato tramite corsi periodici di formazione, di convenzioni con impianti di incenerimento autorizzati
La pianificazione degli interventi viene personalizzata, per tutta la durata contrattuale del servizio, attraverso la realizzazione di un calendario dei ritiri con il quale si specifica, per ogni rifiuto, il giorno esatto dell'intervento.
Qualora per alcune tipologie di rifiuto non fosse possibile realizzare un calendario ritiri, il servizio viene effettuato su chiamata.
Per ogni ritiro la S.E.A. fornisce e compila l'apposito formulario di trasporto rifiuti vidimato, e restituisce entro i termini di legge i relativi avvenuti smaltimenti.
Il produttore, annualmente, entro il 30 aprile, salvo proroghe o modifiche, deve adempiere all’obbligo della comunicazione, tramite M.U.D. (modello unico di dichiarazione), della quantità dei rifiuti prodotti e smaltiti nell’anno solare precedente a quello di presentazione. L’Ente preposto al ricevimento dei modelli è la C.C.I.A.A. competente per territorio.
I dati necessari devono essere estrapolati dal registro di carico e scarico dei rifiuti conforme al modello ministeriale(D.M.n.148/98). Tutte le annotazioni devono essere riportate cinque giorni, sia dalla produzione (carico), che dal ritiro (scarico).
Abbiamo 155 visitatori e nessun utente online